STATO MARINO


OPERE IN ESPOSIZIONE


1 – BANDIERA: Penzo+Fiore, Stato di prati, neve e sangue #2. Stoffa e lavoro collettivo, 2017.

Una trentina di donne che rispondono alla nostra chiamata portano con loro scampoli di stoffa e ci aiutano a comporre una bandiera italiana dalle proporzioni sfalsate, fatta di cuciture sconnesse e di colori alterati, ma pur sempre un vessillo dell’Italia, il paese che siamo. L’omogeneità non è di questo mondo, l’eterogenia è l’unica realtà. In mare, dove la nave si fa stato, dove la sovranità territoriale viene forzata all’ennesima potenza, guardando alla riva dalle immense distesa d’acqua degli oceani, i confini della patria assumono connotati diversi, ancora più radicali o semplicemente sfuggenti, alterati nella loro dimensione di rituale. Il collettivo crea ciò che collettivo è.


2 – BOA: Penzo+Fiore: Deep. Boa e intervento i vetro di Murano, 2022.

Il mare restituisce i suoi tesori sotto forma di elementi che sono serviti alla pesca, alla navigazione, al nuoto, e poi rimangono come detriti di un mondo terrestre che cerca di impossessarsi dell’incommensurabile. Il resto, lo scarto, diventa allora memoria e come tale racconta frammenti di realtà che decidiamo di impreziosire, di trattare con un materiale di lusso quale il vetro di Murano è, per ridare valore a ciò che potrebbe perdersi irreparabilmente. Deep, la profondità nel galleggiamento, racconta la sua profondità.


3 – VESTITI: Penzo+Fiore, Amor vincit omnia. Vestiti ricamati, 2014.

Quando si parla di mare si parla d’amore, perché si parla di ciò che è fondamentale. La letteratura racconta di matrimoni, fedeltà, tradimenti. Dal mito di Penelope alla follia di Didone chi si mette per mare ha chi lo attende, chi si nasconde dietro al vetro di una finestra per tessere le fila di una presenza lontana. Ogni vestito ha ricamato, rosso su bianco, un frammento di un discorso d’amore, tassello di ciò che al di là di tutto e tutti si nasconde nei meandri dell’animo umano.


4 – DIVISA DA MARINAIO: Penzo+Fiore, Every step is a misstep / ogni passo è un passo falso, divisa di Andrea Penzo marinaio con ricamo, 2014.

Se come dice Bateson la mappa non è il territorio, il percorso di un navigante implica il suo essere sempre fuori rotta: l'obiettivo infatti è chiaro, una serie di linee rette da seguire disegnate su una mappa che portano con certezza alla meta. Poi il territorio fatto di venti, correnti e magnetismo terrestre ci porta costantemente fuori dai tracciati che dovremmo seguire. Non esiste una possibilità oggettiva di seguire quella mappa, l'unica possibilità è l'aggiustamento ripetuto di un errore reiterato. Ogni rotta viene ridefinita dopo un punto nave, il momento in cui ci si rende conto di essere totalmente in errore, che è anche l'unico momento di consapevolezza possibile. Quel momento corrisponde alla necessità di rielaborare una nuova strategia, in grado di farci procedere di nuovo verso la direzione stabilita.

Solo dalla consapevolezza di muoversi per approssimazioni costanti, solo dalla capacità di accettare l'idea della propria ripetuta fallibilità, si può pensare di poter costruire un percorso che solo a posteriori potrà essere stilizzato in una linea dritta, in grado di identificare un orizzonte di senso.


5 – MARCA DI BORDO LIBERO: Penzo+Fiore, Terre immerse, pittura e smalto su pannello in legno, intervento site specific, 2022.

La marca di bordo libero è il simbolo che viene disegnato sulle navi per indicare il limiti di carico che possono sopportare senza rischiare di affondare. Ogni mare ha un suo coefficiente di galleggiamento, in base alle stagioni e alle caratteristiche del mare stesso. Questo simbolo, posizionato sulla terra ferma, indica le condizioni di galleggiamento dell’utopia, ciò che è necessario a creare le proprie condizioni di galleggiamento durante il viaggio esistenziale, così delicatamente sospeso tra forze che lo portano a rischiare costantemente il naufragio.


6 – INTERVENTO AUDIO: Penzo+Fiore, La stanza dei monumenti, testo di Andrea Penzo letto da Cristina Fiore, 2005-2022.

Da un racconto remoto al darsi forma di un luogo che acquisisce forza nella dimensione diegetica della narrazione. Si collegano tra di loro fatti, ricordi, sensazione, e si sovrappongono a Venezia, la città che riverbera dei suoi monumenti l’acqua, la città che si affaccia sul mare ingabbiato della laguna. “La conchiglia è lì, nella mia valigia aperta sopra la sedia, sempre la stessa, pescata più di cinquant'anni fa in un Adriatico che sembra identico ad oggi visto da queste pietre d'Istria che confinano canali. Trasportata per una vita. Ascoltata da sempre come un monotono telefono all'orecchio che ripete lo stesso pensiero. Un collegamento costante con il mare imprigionato dalla terra in una laguna. Un involucro di calcare riempito di vita giorno dopo giorno con la linfa delle mie tradizioni, illeso, nonostante i cambiamenti, fino a tornare in questo luogo a cui forse entrambi apparteniamo”. [La stanza dei monumenti, Andrea Penzo]